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Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody 2020 si mostra in foto

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Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody 2020 foto spia

A maggio dello scorso anno sono emerse alcune informazioni su Internet circa l’arrivo di una versione da 808 CV della Charger SRT Hellcat Widebody 2020.

Nelle ultime ore, Mopar Insiders ha pubblicato sul Web alcune interessanti foto spia che mostrano un prototipo della Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody 2020 girare sulle strade di Metro Detroit durante una fase di test. Si tratta della prima prova concreta che conferma l’esistenza del veicolo.

Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody 2020 foto spia
Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody, la versione da 808 CV si differenzierà per il nuovo cofano motore

Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody 2020: la potente muscle car a quattro porte si mostra dal vivo in alcuni scatti

Verso la fine di giugno 2019, durante la presentazione della Charger SRT Hellcat Widebody 2020 all’evento FCA What’s New presso il Chelsea Proving Grounds, Tim Kuniskis – Global Head of Alfa Romeo e Head of Passenger Cars Brands di FCA Nord America – ha dichiarato: “I fan di Dodge hanno notato rapidamente che le scale erano favorevoli alla Challenger e non tanto alla Charger. Quindi oggi è il primo passo per rimediare a questo“.

Dunque, la Charger SRT Hellcat Redeye Widebody sarà il secondo passo per l’azienda nel rendere felici i fan della muscle car a quattro porte. Il prototipo catturato nelle foto spia è rivestito nella colorazione IndiGo Blue e ci mostra nello specifico il cofano motore dedicato a questa potente variante.

Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody 2020 foto spia

Fonti di Mopar Insiders hanno dichiarato che la Charger Redeye Widebody sarà molto simile alla Hellcat Widebody a livello estetico. La più grande differenza fra le due versioni sarà il design del cofano motore della Redeye. Quest’ultima, infatti, otterrà una grossa presa d’aria sul cofano e degli estrattori di calore di nuova concezione che corrono lungo il cofano verso il parabrezza.

Purtroppo, al momento non ci sono informazioni circa il debutto ufficiale ma il posto più logico dove svelare la nuova vettura potrebbe essere il SoCalLX Spring Fest 15. L’anno scorso, Dodge ha mostrato la versione concept della Charger SRT Hellcat Widebody durante questo evento e in altre edizioni precedenti ha rivelato diversi concept.

Ciò significa che la Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody 2020 potrebbe fare il suo debutto ufficiale durante l’edizione di quest’anno della manifestazione. Non ci resta che attendere i prossimi giorni per scoprire maggiori informazioni.

Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody 2020 foto spia Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody 2020 foto spia Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody 2020 foto spia Dodge Charger SRT Hellcat Redeye Widebody 2020 foto spia

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Mercato auto Italia a febbraio 2020: crollo

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mercato auto italia

Un 2020 pessimo per il mercato auto Italia. Con il tracollo della domanda da parte sia dei privati sia delle società. Secondo i dati diffusi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a febbraio diminuiscono dell’8,8% le immatricolazioni di auto, con 162.793 unità rispetto allo stesso mese dello scorso anno, quando il mercato si contrasse di oltre il 2%. Siamo al peggio: un mese nerissimo nel 2020 che si paragona a un mese nero nel 2019. Sicché non v’è neppure la scusa di un febbraio 2020 confrontato con un ottimo mese analogo dell’anno prima.

Mercato auto Italia a febbraio 2020: quali motivi

Sentiamo Michele Crisci, presidente Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere: i dati dei primi due mesi dell’anno mostrano già il rischio di mettere in ginocchio un settore fondamentale per il PIL italiano, viste le potenziali gravi ripercussioni sulla filiera della distribuzione e dell’assistenza, che conta oltre 160.000 occupati nel nostro Paese. Le ragioni del tracollo sono più d’una.

  • Siamo un contesto di grande incertezza, con un mercato delle vetture già di per sé depresso.
  • Qui si inserisce la crisi da coronavirus, la cui durata e impatto sono al momento ancora tutti da vedere.

Mercato auto Italia: da marzo 2020 c’è da avere paura

L’assenza di traffico nelle concessionarie lascia presagire un crollo delle immatricolazioni nei prossimi mesi, dice Crisci. Il guaio è che le aree interessate dal blocco delle attività nell’ultima settimana di febbraio sono ubicate nelle tre regioni che rappresentano oltre un terzo del mercato auto. Grave segnale si riscontra dal canale dei privati: le vendite scendono addirittura del 19%, arrivando a pesare solo il 51% del mercato, un dato vicino al minimo storico. Segno, aggiungiamo noi, che le famiglie sono spaventate: un po’ per la crisi, un po’ per lo psicodramma della disoccupazione crescente, un po’ per il coronavirus gestito non si sa esattamente come dalla classe politica. Così, ne risentirà il mercato auto Italia.

Previsioni per il 2020: andiamo malissimo

C’è il rischio di chiudere l’anno con un volume totale di mercato più vicino ad un milione e mezzo di immatricolazioni, dice Crisci. Altro che milione e novecentomila stimato fino a poche settimane fa. Numeri che richiamano alla memoria il punto più basso del mercato, nel 2013. Con l’ecobonus, c’è un minimo raggio di Sole. C’è l’aumento a tripla cifra della domanda di veicoli a ridotte emissioni, che beneficiano del contributo ecobonus, misura promossa dal ministero dello Sviluppo economico per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente. E che per Crisci andrebbe assolutamente rafforzata. Dall’analisi delle immatricolazioni per fascia di CO2 elaborata dal Centro Studi e Statistiche Unare, nel primo bimestre del 2020 gli acquisti di auto nelle fasce che godono dell’ecobonus registrano tassi di crescita a tripla cifra, rappresentando complessivamente il 2,1% delle vendite:

  • del 685% (oltre l’800% i privati) nella fascia sino a 20 g/km di CO2;
  • del 391% nella fascia 21-70 g/km.

Tra i veicoli penalizzati dal malus, crollano gli acquisti in tutte le fasce, con cali dell’80% per le auto che emettono tra i 161 e 175 g/km e del 46% per le auto con emissioni di CO2 tra i 176 e 200 g/km.

Mercato auto, serve un intervento del Governo

Secondo Federauto, nelle Regioni del Nord Italia, quelle più colpite dall’emergenza epidemiologica, assistiamo al sostanziale fermo dell’attività nelle zone rosse. E, nelle zone gialle, al forte rallentamento delle visite in salone, della raccolta ordini e delle operazioni di assistenza. Le disdette in officina raggiungono anche punte del 40%. Le misure appena varate dal Governo non sono sufficienti a sostenere le imprese e i lavoratori che si trovano al di fuori delle zone rosse. In mancanza di interventi di politica economica efficaci, mercato auto giù del 10% nel 2020 sul 2019. Dall’inchiesta congiunturale condotta dal Centro Studi Promotor a livello nazionale a fine febbraio, emerge infatti che ben il 79% dei concessionari dichiara un basso livello di affluenza nei saloni di vendita e una percentuale soltanto lievemente inferiore (75%) dichiara anche un basso livello di acquisizione di ordini.

Noleggio auto boom

Per fortuna c’è il noleggio. Aumento del 19% a 54.000 unità e una quota del 32,8%, 7,6 punti in più di febbraio 2019.  Con tassi di crescita a doppia cifra, salgono sia il breve termine (+29%) sia il lungo termine (+18%). Stessi trend e tassi simili si osservano nel cumulato del primo bimestre. Stando a Dataforce, il comparto del noleggio a lungo termine continua a crescere, dopo l’eccezionale ripresa di fine 2019 (+48,84% di novembre e l’ancor migliore +50,26% di dicembre) e il brillante dato di gennaio (+18,19%).  Con le 27.437 nuove targhe di febbraio, è il canale di vendita più importante dopo i privati. Ma la crescita non ha riguardato entrambe le principali tipologie di operatore: i “captive” (cioè quelli controllati dai Costruttori) continuano a volare, addirittura a +58,82%. Mentre i generalisti perdono un discreto numero di targhe rispetto al febbraio precedente (-8,2%, pari a 1.097 vetture in meno).

Il funerale del diesel in Italia

Sul fronte delle alimentazioni, si registra un nuovo calo a doppia cifra (-29%) delle immatricolazioni di vetture diesel con 57.000 unità. E una quota del 34,8% (-10 punti percentuali). È la cronaca di un funerale. In calo anche il benzina (-3,2%) a 74.000 unità. Crescita del 91% nel mese per le ibride, con 18.000 unità immatricolate in rappresentanza dell’11% del mercato. Ottimo il risultato delle vendite di auto elettriche che archiviano un incremento del 900% con 2.500 unità e una quota dell’1,5%.

Ricaricabili in Italia

Elettriche e ibride plug-in a gonfie vele, dice l’Anfia (Associazione filiera auto): sono le ricaricabili. A febbraio 2020, queste vetture con la spina sono oltre 7 volte quelle vendute a febbraio 2019 e rappresentano il 2,3% dell’immatricolato. Se consideriamo le ibride di tutti i tipi insieme alle auto elettriche, che complessivamente sono più che raddoppiate rispetto a febbraio dello scorso anno, la quota di penetrazione arriva al 12,6% del mercato, la più alta di sempre.

Marche nazionali a febbraio

Come riporta l’Anfia, le marche nazionali, nel complesso, totalizzano nel mese 41.746 immatricolazioni (-7%). Con una quota di mercato del 25,6%. Nel cumulato da inizio 2020, le immatricolazioni complessive ammontano a 82.201 unità (-3,5%), con una quota di mercato del 25,8%. I marchi di FCA (escludendo Ferrari e Maserati) totalizzano nel complesso 41.300 immatricolazioni nel mese (-6,7%), con una quota di mercato del 25,4%.

Auto in Italia: età media altissima

In fatto di auto, siamo un Paese vecchio. Nel 2018 l’anzianità media delle auto circolanti in Italia era di 11 anni e 6 mesi, contro gli 8 anni del Regno Unito, i 9 anni della Francia e i 9 anni e 7 mesi della Germania. Non sono ancora disponibili i dati sul 2019, ma certamente l’anzianità media del nostro parco è ulteriormente aumentata, dice il Centro Studi Promotor. E, sulla base di questo inizio del 2020, è facile prevedere che aumenterà ancora. Le conseguenze saranno negative sia in termini di inquinamento che, e soprattutto, in termini di sicurezza della circolazione.

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Coronavirus paralizza gli esami patente in aree a rischio

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coronavirus patente

Disastro coronavirus: paralizza gli esami patente nelle Province a rischio. Nelle aree rosse: Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. Lì dove il contagio è più probabile, dove l’epidemia potrebbe allargarsi. Nel decreto del presidente del Consiglio del 25 febbraio c’è la sospensione delle sessioni di teoria e pratica. Per contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19. Comunque, esiste in parallelo la proroga della durata del foglio rosa. E per le altre pratiche automobilistiche? I termini restano invariati.

Coronavirus: il problema degli esami patente

Il fatto è che le prove si svolgono con modalità a rischio epidemia. C’è affollamento di candidati ed esaminatori in spazi ristretti.

  • I test di teoria si tengono sui banchi di aule attrezzate informaticamente. C’è il personale della Motorizzazione e delle Forze dell’ordine, visto che le truffe si moltiplicano. Poi si tocca un terminale con le mani. Che magari poi vengono portate alla bocca. Un rischio, eccome. Si pensi che ora viene sconsigliata la stretta di mano: per il virus è un attimo.
  • Per le prove pratiche, si è un abitacolo con tre persone. Ossia chi guida, l’esaminatore, l’addetto della scuola guida. I virus sono tremendamente a proprio agio in auto. Tanto che si dovrebbe pulire gli interni, lì dove magari si sono depositate le goccioline di saliva di uno dei tre individui.

Il coronavirus picchia duro sulla burocrazia allo stremo

Ma non è tutto. La burocrazia è già di per sé senza ossigeno. Manca personale nelle Motorizzazioni locali, mancano esaminatori. Col blocco degli esami, la situazione diventa drammatica. Con conseguenze anche a livelli di sicurezza stradale: un conto è un patentato, un altro uno col foglio rosa. A prescindere dalle frodi documentate in certe aree del Paese per prendere la patente. Ma di quanto viene prolungato il foglio rosa? Non si sa. Serve un altro provvedimento. Inoltre, col foglio rosa, non puoi guidare da solo: accanto, dev’esserci un patentato esperto.

Covid-19 e ingresso nelle Motorizzazioni locali

In più, per decreto, c’è la regolazione delle modalità dell’accesso dell’utenza agli uffici della Motorizzazione civile aventi sede nelle province rosse. Mediante  predeterminazione (da parte del dirigente preposto all’ufficio) del numero massimo  degli accessi giornalieri. E individuazione di idonei spazi di attesa esterni alla sede dell’ufficio.

Foglio rosa, come funziona

A chi ha fatto domanda per sostenere l’esame per la patente di guida, ed è in possesso dei requisiti fisici e psichici prescritti, è rilasciata un’autorizzazione per esercitarsi alla guida. Il foglio rosa. Previo superamento della prova di controllo delle cognizioni (esame di teoria) che deve avvenire entro sei mesi dalla data di presentazione della domanda per il conseguimento della patente. Di solito, entro quel termine, non sono consentite più di due prove. Però col coronavirus è tutto da vedere se ci saranno proroghe. Ecco le regole del foglio rosa.

  • L’autorizzazione consente all’aspirante di esercitarsi su veicoli delle categorie per le quali è stata richiesta la patente. Purché al suo fianco si trovi, in funzione di istruttore, persona di età non superiore a 65 anni. E munita di patente valida per la stessa categoria, conseguita da almeno dieci anni. O valida per la categoria superiore.
  • Gli autoveicoli per le esercitazioni e gli esami di guida devono essere muniti di appositi contrassegni recanti la lettera alfabetica “P”.
  • L’autorizzazione è valida per sei mesi.
  • Chiunque guida senza l’autorizzazione per l’esercitazione, ma avendo a fianco, in funzione di istruttore, persona provvista di patente prescritta, è soggetto alla multa di 431 euro. La stessa sanzione si applica alla persona che funge da istruttore.
  • Chi, autorizzato per l’esercitazione, guida senza avere a fianco, in funzione di istruttore, persona provvista di patente giusta, paga 431 euro di multa. Più il fermo amministrativo del veicolo per tre mesi.

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Il coronavirus complica il 2021 di Pirelli: annullato il test con la Ferrari

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Ferrari Barcellona 2020 _ 1

Il test sugli pneumatici del 2021 di questo giovedì è stato rinviato a causa del coronavirus. Le misure restrittive a Ferrari e Pirelli hanno costretto le due aziende a rimandarlo, promettendo un recupero del test il prima possibile. Il coronavirus ha uno dei suoi luoghi di principale diffusione in Italia e, quindi, Ferrari e Pirelli hanno scelto di rinviare il test che avevano programmato per giovedì. Certo, dicono che recupereranno questo giorno di prove e lo celebreranno quando possibile. Sarebbe stata una giornata dedicata allo sviluppo di pneumatici per la nuova era della Formula 1, che inizia nel 2021.

“A causa delle politiche di restrizione della società adottate da Ferrari e Pirelli dopo lo scoppio mondiale del coronavirus, il test delle gomme da 18 pollici del 2021 previsto per il 5 marzo a Fiorano è rinviato. Il test verrà riprogrammato appena possibile “, entrambe le parti riferiscono in una dichiarazione sui social network. Il coronavirus ha fatto annullare diversi eventi legati al mondo del Motorsport negli ultimi mesi. Questa nuova malattia ha costretto sia il GP di Formula 1 in Cina – che doveva essere disputato il 17 aprile – sia il Sanya ePrix di Formula E – che era previsto per il 21 marzo – ad essere posticipati.

Anche il Motor Show di Ginevra è stato cancellato, così come il GP del MotoGP Qatar, che non si disputerà dal momento che molti piloti e meccanici dovrebbero affrontare una quarantena di due settimane. Inoltre anche il secondo test della stagione in MotoGP in Thailandia è stato rinviato e si svolgerà a settembre.

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Bonus rottamazione per elettriche ed Euro 6

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rottamazione auto

Ti liberi del catorcio inquinante, compri un’elettrica. O comunque un’Euro 6 a benzina o diesel. Il tutto grazie alla spinta dello Stato, che stanzia denaro a favore di chi butta via il macinino: bonus rottamazione per elettriche ed Euro 6. Questo il succo del discorso del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Lo riporta il Sole 24 Ore.

Bonus rottamazione per elettriche ed Euro 6: oltre i piccoli incentivi

Oggi, ci sono incentivi. Qualcosa si muove, ma non granché. Anche FCA, fra gli altri, chiede di più. Secondo Dataforce, appare evidente la concentrazione del mercato su vetture a minor impatto ambientale: nella prima classe di emissione, quella agevolata dagli incentivi (CO2 inferiore a 70 g/km), a febbraio le immatricolazioni sono cresciute del 600%. Nella classe di emissione intermedia, ossia quella non influenzata dagli incentivi né penalizzata dall’eco-malus, le vendite hanno cominciato a scendere (-4,29%). Nella categoria superiore ai 160 g/km di CO2, l’effetto del malus all’atto dell’immatricolazione si è fatto sentire. Invece, il bonus rottamazione per elettriche ed Euro 6 sarebbe una molla importante.

Incentivi auto nel quadro di una strategia di rilancio

Chiaramente, il bonus rottamazione per elettriche ed Euro 6 sarebbe all’interno di una strategia di rilancia. Dentro, ci sono ecobonus al 100%, ampliamento degli incentivi 4.0, reshoring delle imprese, ma anche uno sconto diretto alle imprese danneggiate mediante anticipi di liquidità, nonché repowering degli impianti rinnovabili già esistenti, piùà una legge speciale per cantierizzare immediatamente gli investimenti. E come fare? Con un disegno legge? No. Troppo tempo, troppa burocrazia, troppi passaggi. Si pensa a un decreto. O, meglio ancora, a un intervento quando un decreto già avviato sta per essere converito in legge.

Che cosa auspicava il Centro Studi Promotor in fatto di rottamazione auto

D’altronde, alcune settimane fa, Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, l’aveva auspicato. Esistono, dice Quagliano, formule di incentivazione alla rottamazione che possono dare una spinta anche al Pil. Ed essere a costo zero. Perché il bonus viene completamente recuperato attraverso il gettito Iva sulle auto immatricolate in più. Lo Stato piazza un gettone sul tavolo; la Casa fa altrettanto. E si dà ossigeno a un settore, quello delle auto vendute in Italia, schiaffeggiato dalla crisi, dalla disoccupazione e ora dal coronavirus. Con le famiglie in fuga dai concessionari, spaventate dal futuro incerto. Una formula di questo tipo fu adottata proprio in Italia con i primi incentivi alla rottamazione del 1997 che determinò una crescita delle immatricolazioni del 39%, un gettito aggiuntivo per l’Erario di 1.400 miliardi di lire. E una crescita del Pil calcolata dalla Banca d’Italia in 0,4 punti percentuali.

Colonnine di ricarica: servono bonus

Senza dimenticare, aggiungiamo noi, che servono colonnine pubbliche di ricarica. Anche veloce. Più bonus affinché le aziende installino stazioni di ricarica. E incentivi per le wallbox: stazioni di ricarica fisse o portatili da mettere nei box dei privati. Il tutto con contatori casalinghi adeguati. Occorre una rivoluzione, per far sì che il Paese reagisca.

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Maserati Quattroporte e Levante S Zegna Pelletessuta sbarcano negli Stati Uniti

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Maserati Levante S Zegna Pelletessuta

Maserati ha deciso di iniziare le vendite presso le concessionarie statunitensi delle esclusive Maserati Quattroporte e Levante Zegna Pelletessuta in soli 100 esemplari.

Disponibili nelle versioni S, entrambe le vetture sono limitate a 50 unità ciascuna e sono dotate di un rivestimento speciale offerto in esclusiva da Maserati e Zegna. Con il nome di Pelletessuta, il materiale fonde nuove e vecchie tecnologie per gli interni dei due veicoli.

Maserati Levante S Zegna Pelletessuta

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Maserati Quattroporte e Levante S Zegna Pelletessuta: solo 100 esemplari per le due esclusive auto

La casa automobilistica modenese ha spiegato che questo materiale utilizza delle sottili strisce di pelle nappa al posto dei filati di tessuto. Queste vengono intrecciate seguendo il metodo tradizionale di tessitura del tessuto per poter ottenere questo risultato. Il Tridente ha specificato che questo è il perfetto esempio di come è possibile combinare alla perfezione le nuove tecnologie all’avanguardia e quelle tradizioni.

Rifinita nella colorazione metallizzata e personalizzata Blu Sofisticato, abbinata a interni in marrone scuro, la Maserati Quattroporte S Zegna Pelletessuta è dotata di pinze freno blu, esclusivo badge Zegna Edition all’interno e sedili sportivi.

Il Maserati Levante S Zegna Pelletessuta, invece, vanta un esterno in color Bronzo abbinato a interni neri e inoltre dispone di cerchi Helios lucidati da 21″ e pinze freno nere.

Maserati Quattroporte S Zegna Pelletessuta

Maserati Quattroporte S Zegna Pelletessuta Maserati Quattroporte S Zegna Pelletessuta Maserati Quattroporte S Zegna Pelletessuta

Purtroppo, Maserati non ha annunciato informazioni sui prezzi ma sicuramente costeranno di più delle versioni standard di Levante S e Quattroporte S che in Nord America partono, rispettivamente, da 84.490 dollari (circa 75.560 euro) e 105.490 dollari (circa 94.340 euro).

Entrambi i modelli condividono lo stesso motore V6 da 3 litri che sviluppa una potenza di 430 CV e 580 nm di coppia massima. Lo scatto da 0 a 96 km/h avviene in 5 secondi per il SUV e in 4,8 secondi per la berlina mentre la velocità massima si attesta rispettivamente a 264 e 288 km/h.

Maserati Zegna Pelletessuta Maserati Zegna Pelletessuta

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Fiat 500 Elettrica: dimensioni, prestazioni e autonomia della nuova city car a zero emissioni

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In attesa della conferenza di presentazione ufficiale, in programma nel pomeriggio di oggi, la nuova Fiat 500 Elettrica non ha (quasi) più segreti. La vettura, che Fiat semplicemente  “Fiat 500”, è di fatto la nuova generazione dell’iconica city car del marchio italiano e diventerà il nuovo punto di riferimento della gamma elettrificata che il gruppo sta costruendo in questi mesi.

Basata su di una nuova piattaforma, la Fiat 500 Elettrica sarà prodotta nello stabilimento di Mirafiori, sito di produzione destinato a diventare un centro importantissimo per l’elettrificazione del gruppo FCA che realizzerà nel polo torinese diversi progetti a marchio Maserati. In attesa di scoprire tutti i dettagli legati alla gamma della nuova Fiat 500 Elettrica, vediamo quali sono i principali dati tecnici.

Fiat 500 Elettrica: crescono le dimensioni

La nuova Fiat 500 Elettrica rappresenta un’evoluzione diretta della precedente generazione di Fiat 500, andando a riprendere gran parte degli elementi di design ma apportando piccole e significative modifiche, a partire dall’introduzione del logo 500 che va a sostituire il marchio Fiat nella parte frontale. Da notare anche i nuovi fari a LED anteriori e la presa d’aria traforata situata nella parte bassa.

Tra le principali novità della nuova Fiat 500 Elettrica si registra una crescita delle dimensioni. Sia la lunghezza che la larghezza, infatti, risultano maggiori di 6 cm rispetto al modello precedente, raggiungendo rispettivamente 3,63 e 1,69 metri. Da notare anche il passo maggiorato di 2 cm che va a migliorare l’abitabilità per i passeggeri posteriori. Non ci sono, invece, le tanto chiacchierate porte posteriori “contro-vento” che potremmo vedere in futuro su di una probabile versione cinque porte della nuova 500.

All’interno dell’abitacolo troviamo le novità più evidenti e marcate del salto  generazione della 500. Il design minimalista degli interni lascia spazio ad una plancia a sviluppo orizzontale che integra il nuovo display touch da 10.25 pollici con cui sarà possibile interagire per gestire tutte le funzionalità dell’infotainment di bordo. La vettura presenta il nuovo Uconnect 5 con supporto ad Android Auto e Car Play, anche senza fili. La strumentazione è interamente digitale e sarà accessibile grazie ad un display da 7 pollici.

Da notare anche un piccolo tunnel centrale su cui ci sono i comandi per impostare le varie modalità di guida che permetteranno di gestire al meglio il funzionamento del motore e l’autonomia della vettura. Non c’è la leva del cambio. La city car ha una trasmissione automatica. La vettura può contare su diversi sistemi d’assistenza alla guida come il mantenimento di corsia, il regolatore di velocità adattivo, con arresto e ripartenza automatica nel traffico, e la frenata automatica.

Prestazioni e autonomia

La nuova Fiat 500 Elettrica, almeno inizialmente, sarà disponibile in un’unica configurazione con un motore elettrico da 118 CV. A livello prestazionale, la vettura presenta una velocità massima autolimitata di 150 km/h ed uno scatto 0-100 km/h di 9 secondi. Lo scatto 0-50 km/h è completato in 3.1 secondi. Sono disponibili tre modalità di guida (Normal, Range e Sherpa).

La nuova city car di casa Fiat può contare su di un pacco batterie da 42 kWh con un’autonomia massima nel ciclo WLTP che arriva sino a 320 chilometri. Con la ricarica da 85 kW bastano 5 minuti per avere 50 chilometri di autonomia e 35 minuti per caricare le batterie all’80%. Per una carica completa da una presa domestica servono 14 ore. Scegliendo la modalità di funzionamento Sherpa vengono modificate diverse impostazioni (la velocità viene limitata a 80 km/h ad esempio) per massimizzare l’autonomia.

La Launch Edition

Come già emerso nella serata di ieri, la nuova Fiat 500 Elettrica debutta sul mercato con la serie speciale La Prima, ordinabile in appena 500 esemplari e con un prezzo di 37900 Euro. Questa versione, disponibile con carrozzeria cabrio, ha le ruote da 17 pollici, i fregi cromati, i fari full LED, il display da 10,25 pollici, il cavo per la ricarica rapida e tutta la gamma di sensori per l’assistenza alla guida.

Come detto, per maggiori informazioni sulla gamma completa della nuova Fiat 500 Elettrica sarà necessario attendere la presentazione ufficiale in programma nel corso della giornata di oggi. Secondo le prime informazioni, la nuova city car di Fiat dovrebbe debuttare sul mercato con un prezzo di partenza di 32,900 Euro che potrà essere ridotto grazie ai vari incentivi statali per le elettriche.

Nella giornata di ieri sono state avvistate tre serie speciali della 500 Elettrica, realizzate in collaborazione con i marchi Kartell, Armani e Bulgari, ma la city car sarà ordinabile anche in varianti standard. I preordini della nuova elettrica di casa Fiat inizieranno oggi (per la Launch Edition) mentre l’effettivo debutto commerciale della vettura potrebbe arrivare soltanto ad inizio del secondo semestre dell’anno in corso.

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Alfa Romeo: aumenta la cassa integrazione a Cassino a marzo e si teme un maxi-stop ad aprile

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Il 2020 è iniziato senza particolari novità rispetto al 2019 per lo stabilimento di Cassino. Il sito di produzione laziale che si occupa della realizzazione dei modelli della gamma Alfa Romeo deve fare i conti con un livello produttivo molto basso e con l’assenza di reali novità in grado di dare una spinta significativa alla produzione.

Gli ultimi aggiornamenti in arrivo da Cassino confermano che le giornate di cassa integrazione previste per marzo sono aumentate rispetto a quanto annunciato la scorsa settimana. Lo stabilimento laziale, infatti, si fermerà per un totale di 8 giorni lavorativi nel corso di questo mese. Il primo stop è previsto per il prossimo 9 marzo. Successivamente, lo stabilimento resterà fermo dal 23 marzo e sino alla fine del mese. In totale, per questo mese di marzo, a Cassino sono previsti 8  giorni di cassa integrazione.

Ricordiamo che nel mese di febbraio appena terminato, lo stabilimento laziale ha lavorato a ritmi decisamente più alti rispetto a quanto registrato negli ultimi mesi con soli 4 giorni di cassa integrazione. Probabilmente, il debutto sulle linee produttive dei Model Year 2020 di Giulia e Stelvio e la maxi chiusura registrata nel corso del mese di gennaio hanno permesso di aumentare i lavori a febbraio mentre a marzo si tornerà ai livelli produttivi dei mesi precedenti.

Da notare, inoltre, che per il mese di aprile è previsto un nuovo maxi-stop. Al momento, non c’è ancora l’ufficialità ma è sempre più probabile che per il prossimo mese lo stabilimento di Cassino, anche per via del periodo di festività pasquali, lavorerà a ritmi ridottissimi. Nuovi annunci sugli stop previsti per il mese di aprile dovrebbero arrivare nel corso della seconda metà del mese di marzo.

Nel 2021 arrivano il Maserati D-SUV e i restyling di Giulia e Stelvio

Ricordiamo che a Cassino è prevista la fine della produzione della Giulietta con la linea che verrà dismessa sul finire del mese di marzo per far spazio all’avvio dei lavori di pre-produzione del nuovo Maserati D-SUV, il futuro entry level della gamma del Tridente che arriverà sul mercato soltanto nel corso della seconda metà del 2021 stando a quanto confermato nei mesi scorsi da Maserati.

Per il 2020, invece, la situazione di Cassino è estremamente difficile. La fine della produzione della Giulietta, che non riceverà una nuova generazione e sarà sostituita dall’Alfa Romeo Tonale in produzione a Pomigliano d’Arco dalla seconda metà del 2021, darà un altro duro colpo allo stabilimento che, per oltre un anno, produrrà esclusivamente Giulia e Stelvio.

I due modelli di segmento D di casa Alfa Romeo, nonostante l’arrivo dei Model Year 2020, per il momento continuano a viaggiare su livelli produttivi molto bassi e totalmente insufficienti a garantire un buon livello occupazionale per Cassino. Alfa Romeo, dopo aver presentato le nuove Giulia GTA e Giulia GTAm, non ha in programma ulteriori novità per i prossimi mesi.

In calendario c’è il restyling di metà carriera di Giulia e Stelvio che registrerà anche il debutto della nuova gamma di motorizzazioni composta da unità mild hybrid. Per ora, il restyling dei due modelli è previsto per il 2021 anche se non ci sono ancora particolari conferme in merito alle tempistiche di arrivo dei nuovi progetti.

Per ora, il “Piano Italia” di FCA non prevede ulteriori investimenti per lo stabilimento di Cassino che ad oggi è uno dei siti di produzione del gruppo maggiormente in difficoltà. Difficilmente, infatti, il nuovo SUV Maserati e i restyling di Giulia e Stelvio serviranno a garantire il raggiungimento dei livelli produttivi sufficienti per il raggiungimento della piena occupazione, un target che l’azienda prevede di raggiungere per tutti gli stabilimenti italiani nel corso del 2022.

Maggiori dettagli in merito al futuro di Cassino ed alle novità in arrivo per lo stabilimento potrebbero arrivare già nelle prossime settimane. Continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti.

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Fiat Chrysler e Ford limitano i viaggi aerei per dipendenti a causa del coronavirus

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Fiat Chrysler USA Sede Insegna

Con le case automobilistiche che stanno intensificando le precauzioni a causa dell’epidemia di coronavirus in espansione, Fiat Chrysler e Ford stanno limitando i viaggi aerei non essenziali dei dipendenti – sia domestici che internazionali – dopo che due lavoratori Ford hanno contratto la malattia respiratoria la scorsa settimana in Cina. “Questi due dipendenti in Cina stanno entrambi migliorando”, ha detto il portavoce della Ford TR Reid martedì, rilevando che per la sicurezza dei suoi dipendenti, la casa automobilistica Dearborn ha deciso di limitare drasticamente i viaggi aerei fino almeno al 27 marzo. “Pensiamo solo che la cautela sia la cosa giusta per la nostra gente “.

La diffusione del virus sta aumentando la vigilanza delle case automobilistiche per proteggere i dipendenti e gli altri, ma le compagnie sono attente a insistere sul fatto che non stanno vietando tutti i viaggi aerei. Ford consente viaggi “business-critical” purché approvati da dirigenti di alto livello. Fiat Chrysler ha richiesto che il viaggio abbia la priorità solo per “esigenze essenziali” e che sia stato pre-approvato da un membro del suo gruppo dirigente, ha dichiarato il portavoce Mike Palese in una nota.

Nel frattempo, General Motors Co. questa settimana – in vista di un evento mediatico e di investitori che presenterà i suoi piani per veicoli elettrici – ha iniziato a richiedere a tutti i visitatori di compilare un questionario prima di accedere alle strutture GM. Ai visitatori che affermano di aver avuto sintomi di raffreddore o influenza o che hanno viaggiato in Cina, Italia, Iran, Giappone o Corea del Sud negli ultimi 14 giorni (o che sono stati in stretto contatto con qualcuno che ha), verrà negato l’accesso. Restrizioni simili sono state introdotte negli stabilimenti Fiat Chrysler in Europa.

I dipendenti GM non sono autorizzati a viaggiare in Cina, Italia, Giappone e Corea del Sud e ulteriori viaggi extra nazionali sono limitati, sebbene i viaggi ritenuti critici possano essere approvati dal senior management. Ford ha dichiarato di non essere a conoscenza del fatto che altri dipendenti siano stati esposti al virus e Fiat Chrysler non ne è a conoscenza. GM non è stato in grado di fornire immediatamente dettagli su eventuali dipendenti infetti.

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Leclerc ammette che Verstappen lo rende un pilota “aggressivo”

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Leclerc e Verstappen

Charles Leclerc ha ammesso che diventa più un pilota aggressivo quando corre contro Max Verstappen. Il duo di talento si è conosciuto e ha gareggiato l’uno contro l’altro per oltre un decennio dal karting fino alla F1 e ha dato luogo ad alcune sfide interessanti la scorsa stagione culminate con il loro superbo duello, in particolare nelle gare in Gran Bretagna e Austria. Verstappen è noto per il suo stile aggressivo e spericolato in pista e per questo motivo, Leclerc sa che deve abbinare quel livello di intensità quando sono vicini durante un GP.

“Penso che abbiamo migliorato molto il nostro rapporto. 10 anni fa in Kart le cose erano diverse, ora siamo cresciuti “, ha detto. “La nostra battaglia è vicina al limite, ma questo è ciò che i fan vogliono. “La rivalità è intensa perché siamo cresciuti insieme ed è probabilmente una battaglia più aggressiva rispetto a quella tra me e Hamilton. Sento di diventare più aggressivo quando combatto con Max. “Ma al di fuori della pista il rispetto è lo stesso per Max e Lewis.”

Su Hamilton, Leclerc ha riflettuto su una battaglia che hanno avuto al GP d’Italia a Monza, che il pilota monegasco ha vinto, dicendo che alcune parole sono state scambiate dopo la battaglia. “Ha detto una parolaccia ma non in modo negativo, probabilmente non era felice ma l’ha detto ridendo. Sa che quelle battaglie fanno parte del gioco “, ha detto. “Lo rispetto. Credo che alla fine il rispetto per gli sportivi sia l’atteggiamento giusto. ” Dopo la conclusione della stagione 2019, Leclerc ha firmato un nuovo contratto quinquennale con la Ferrari che lo terrà con il Cavallino Rampante fino al 2024.

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Lancia Ypsilon Hybrid EcoChic in offerta lancio con anticipo zero e rate da 187 Euro al mese

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Nonostante manchi ancora l’annuncio ufficiale, la versione mild hybrid della Lancia Ypsilon è già ordinabile ed è subito protagonista di un’offerta lancio davvero molto interessante. Sino alla fine del mese di marzo, infatti, sarà possibile acquistare la Lancia Ypsilon Hybrid EcoChic, questo è il nome ufficiale della versione mild hybrid della Ypsilon, con un prezzo promozionale a partire da 10.350 Euro. Per chi sceglie la nuova Ypsilon in versione elettrificata c’è anche la possibilità di optare per un finanziamento BE-HYBRID di FCA Bank con anticipo zero.

La nuova Lancia Ypsilon Hybrid è disponibile, già al lancio, in due versioni. I clienti potranno scegliere tra la versione “base” denominata Silver e la più ricca versione Gold. Per entrambe le versioni è disponibile il motore tre cilindri 1.0 FireFly da 70 CV, la stessa unità che troviamo sotto al cofano delle nuove 500 e Panda Hybrid presentate lo scorso mese di gennaio. Il motore è abbinato ad un nuovo cambio manuale a 6 marce.

Secondo quanto dichiarato da Lancia, il nuovo motore mild hybrid della Ypsilon garantisce una riduzione di consumi ed emissioni di CO2 in atmosfera sino ad un massimo del 24% rispetto al precedente motore 1.2 benzina. Il motore è omologato Euro 6d e presenta consumi pari a 4-4.1 litri per ogni 100 chilometri con emissioni di CO2 comprese tra 90 e 92 grammi al chilometro.

Lancia Ypsilon Hybrid: anticipo zero e rate da 187 Euro al mese

Passiamo ora ai dettagli della promozione. Scegliendo la nuova Lancia Ypsilon Hybrid Silver e il finanziamento BE-HYBRID sarà possibile acquistare la vettura con anticipo zero e 72 rate mensili da 187 Euro (TAN fisso 6,45% (salvo arrotondamento rata) – TAEG 9,52%). Per la versione Gold, invece, è possibile optare per il finanziamento BE-HYBRID con anticipo zero e 72 rate mensili da 196 Euro (TAN fisso 6,45% -salvo arrotondamento rata – TAEG 9,33%).

Per quanto riguarda la dotazione di serie, la Lancia Ypsilon in versione Silver presenta le coppe ruota da 15 pollici con verniciatura in nero opaco Hybrid, il climatizzatore manuale con filtro antipolline, la maniglia appiglio anteriore lato passeggero e maniglie appiglio posteriori, la radio integrata con comandi al volante, bluetooth, USB e DAB ed il sedile guida regolabile in altezza.

Lancia Ypsilon Monogram

Di serie, invece, la Ypsilon Gold include i cerchi Style da 15 pollici, i sensori di parcheggio posteriori, i fendinebbia, elementi esclusivi per la carrozzeria in nero lucido e in tinta con la carrozzeria, il terminale di scarico cromato e la Uconnect radio con display touch da 5 pollici, supporto Bluetooth e tecnologia DAB.

Per maggiori dettagli è possibile consultare il sito di Lancia dove è già online il configuratore della nuova versione della city car. Probabilmente, nel corso delle prossime settimane ci saranno eventi speciali per promuovere il lancio commerciale della Ypsilon. Le offerte illustrate, come detto, sono valide sino alla fine del mese di marzo.

Lancia Ypsilon: ancora disponibili le versioni a GPL e metano

Con il lancio ufficiale della nuova Lancia Ypsilon Hybrid la gamma della city car del marchio Lancia può contare su tre differenti motorizzazioni. Oltre alla versione mild hybrid, restano ordinabili sia la versione benzina + GPL, con motore 1.2 GPL EcoChic da 69 CV, che la versione benzina + metano, con lo 0.9 TwinAir da 70 CV Metano EcoChic.

Sia la versione GPL che quella a metano della Ypsilon sono disponibili sino a fine mese con finanziamento ad anticipo zero. La Ypsilon Silver a GPL può essere ordinata con anticipo zero e 72 rate mensili da 214,50 Euro mentre la versione a metano, sempre in allestimento Silver, è disponibile con anticipo zero e 72 rate mensili da 244 Euro.

Ricordiamo che la Lancia Ypsilon, nonostante un leggerissimo calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si è confermata il secondo modello più venduto in Italia nel corso dei primi due mesi del 2020, dopo l’inarrivabile Panda, raggiungendo un totale di 12.202 unità vendute. Staremo a vedere quale sarà l’impatto della nuova versione Hybrid sulle vendite della city car del marchio italiano nel corso dei prossimi mesi.

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Ram 1500: presentato il nuovo pacchetto Snow Plow Prep

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Ram 1500 Snow Plow Prep

Ram ha presentato nelle scorse ore un nuovo pacchetto dedicato agli automobilisti canadesi possessori del Ram 1500 che vogliono affrontare al meglio quest’inverno trasformando il loro veicolo in uno spazzaneve: il suo nome è Snow Plow Prep.

Reid Bigland, Head of Ram Brand, ha detto: “Come parte dell’impegno di Ram nel miglioramento continuo all’interno del segmento, ora offriamo il pacchetto Snow Plow Prep per i possessori del Ram 1500. Ram ha acquisito una presenza maggiore nel mercato dei veicoli commerciali e questa offerta è l’ultima espansione dei nostri pick-up laboriosi“.

Ram 1500 Snow Plow Prep
Ram 1500, il pacchetto Snow Plow Prep permette di aggiungere una pala per spalare la neve

Ram 1500: debutta in Nord America il nuovo pacchetto Snow Plow Prep

Il nuovo Ram 1500 Snow Plow Prep è dotato di un alternatore da 220A, vari cavi per collegare la pala presenti sul lato e un finestrino posteriore scorrevole con sbrinatore. La parte inferiore del paraurti può essere rimossa per fare spazio ai supporti per collegare la pala.

Il nuovo pacchetto è disponibile per i modelli Tradesman, Big Horn e Laramie 4×4 equipaggiati con i motori Hemi V8 da 5.7 litri, Hemi V8 da 5.7 litri con sistema mild-hybrid eTorque e EcoDiesel V6 da 3 litri.

Ram 1500 Snow Plow Prep

La pala, i supporti e il controller sono venduti separatamente e disponibili presso diversi produttori. Infine, la casa automobilistica americana ha dichiarato che il pacchetto Snap Plow Prep per il Ram 1500 sarà disponibile entro la fine dell’anno.

Parlando un po’ del pick-up, abbiamo di fronte il punto di riferimento senza compromessi per durata, tecnologia, efficienza e praticità con caratteristiche mai proposte prima d’ora in un veicolo di questa categoria. Il 1500 mette a disposizione una capacità di rimorchio fino a 5733 kg e fino a 1043 kg di carico utile.

Il sistema ibrido leggero eTorque propone una migliore efficienza in termini di consumi di carburante in entrambe le configurazioni V6 standard e V8. Inoltre, il Ram 1500 è il pick-up diesel da mezza tonnellata più potente del Nord America con 650 nm di coppia e il pick-up diesel leggero più capace.

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Kimi Raikkonen: “Abbiamo un’auto affidabile ed è importante”

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Kimi Raikkonen - 3

Kimi Raikkonen non vede l’ora che inizi la stagione e torni a fare ciò che ama di più. È stata una lunga pausa invernale, ma l’ Alfa Romeo è pronta e spera di combattere ancora più in alto nel 2020. “Abbiamo ancora molto da imparare e vogliamo sapere il più possibile sull’auto per l’Australia. Al momento abbiamo un’auto affidabile ed è una cosa importante. È un buon punto di partenza per noi”, ha detto Raikkonen a Marca. Il campione del mondo 2007 è fortemente motivato per la prossima stagione: “Il mio obiettivo è fare del mio meglio.”

“Mi piace guidare, ma non mi piacciono i giorni di test e gli eventi promozionali. Ciò che viene dopo quei giorni, le corse sono ciò che non vedi di più come pilota.” Kimi non ha grandi aspettative per la prima gara a Melbourne: “Non ho davvero aspettative perché nessuno sa davvero dove siamo. Lo scopriremo a Melbourne e sarà interessante vedere dove siamo in quel momento “. L’Alfa Romeo cercherà disperatamente una stagione più competitiva e spererà di giocare un ruolo importante nella battaglia a centrocampo. “Cercheremo di migliorare noi stessi rispetto a un anno fa. Dobbiamo imparare dai problemi e dagli errori che abbiamo avuto allora.”

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Coronavirus mette k.o. il noleggio auto

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coronavirus noleggio

Se c’è un settore in Italia da curare è il noleggio auto. L’unico raggio di Sole in un mercato auto infernale, che crolla del 9% a febbraio 2020 su febbraio 2019 e del 7% nel bimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Ma c’è un guaio: il coronavirus. Il clima di allarme generalizzato ha bloccato gli spostamenti turistici e per lavoro nel nostro Paese. Disdette già gran parte delle prenotazioni per il break pasquale. Pesanti ripercussioni in vista anche per le flotte aziendali e per il noleggio veicoli, che ogni anno immatricola il 25% delle auto nuove. L’allarme è stato lanciato dall’Aniasa, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità. Lo ha fatto nel corso dell’incontro convocato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli con le principali associazioni della logistica e del trasporto.

Coronavirus: problema il noleggio a breve termine

Il coronavirus è un avversario orribile sia per il noleggio auto a breve termine (di pochi giorni) sia per il car sharing (noleggio lampo di qualche minuto), più che per il noleggio a lungo termine (per anni). Una situazione che, se l’attuale fase di emergenza dovesse procrastinarsi senza interventi concreti da parte del Governo, potrebbe mettere a serio rischio la sopravvivenza di alcuni operatori in Italia. Sentiamo cosa dice Massimiliano Archiapatti, presidente Aniasa: in questi primi 10 giorni di emergenza, le attività di noleggio a breve termine, perno dell’offerta turistica del nostro Paese, sono rimaste ferme al palo. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il settore ha registrato a livello nazionale una contrazione di noleggi fino al -80%. ù

Niente spostamenti, niente auto a noleggio

Il clima generalizzato di panico ha provocato una sostanziale paralisi degli spostamenti per lavoro e turismo nel nostro Paese. Quindi, le auto si noleggiano meno. Il coronavirus fa sentire i suoi effetti diabolici prendendo a spallate tutto quello che incontro, con un tremendo effetto domino. Ciò che preoccupa le nostre aziende, ma più in generale l’intera filiera turistica, sono le numerose disdette, arrivate dall’estero e dall’Italia, delle prenotazioni per le festività pasquali ormai definitivamente compromesse.

Coronavirus e noleggio: cosa può fare il Governo

Ma che cosa chiede l’Aniasa al Governo? Può attivare tutti gli interventi necessari a livello nazionale. Non solo nelle aree maggiormente colpite dal virus. Obiettivo: assicurare la tenuta di un settore strategico per la mobilità cittadina, turistica e aziendale del Paese che impiega 20.000 addetti e ogni anno immatricola 461.000 vetture (25% del totale). In ballo la la mobilità di un milione e 200.000 veicoli di ultima generazione. Così da proteggere ambiente e sicurezza stradale.

Covid-19: dal noleggio breve al noleggio lungo termine

Ma occhio. Il coronavirus all’inizio sta sbranando il noleggio breve. Dopodiché, si farà sentire anche sul noleggio a lungo termine (un milione di veicoli in circolazione in Italia). È ovvio: con l’economia che si paralizza, non servono più le auto in affitto. Né per la partita IVA. Né per i professionisti di varia natura. Né per le aziende medie. Per finire alle aziende di grandi dimensioni. I clienti saranno costretti a tagliare gli investimenti sulle flotte e ad allungare ulteriormente le durate dei contratti in essere. La media è attorno ai quattro anni. Ma destinata a salire.

La previsione di Dataforce sul noleggio

Ma ecco le parole di Dataforce sul noleggio abbattuto dal coronavirus. Il Covid-19 avrà un impatto prevedibilmente molto negativo sul comparto turistico, dice il presidente Dataforce, Salvatore Saladino. A dare seguito a questa strategia sono stati soprattutto gli operatori più dimensionati. Per quelli di medie dimensioni il mese di febbraio è stato negativo, così come per le intestazioni delle società di noleggio a breve controllate da concessionari automobilistici. Cosa avvertono gli operatori per i prossimi mesi? Dai primi giorni di diffusione del contagio proveniente dalla Cina, le indicazioni del management sono state di:

  • annullare tutti gli ordini che è possibile cancellare;
  • procrastinare al massimo l’inflottamento;
  • iniziare la restituzione anticipata dei veicoli in flotta per fare spazio alle nuove immatricolazioni non cancellabili.

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Jeep Wrangler Rubicon debutta ufficialmente in India

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Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India

FCA India ha annunciato di aver ricevuto un impressionante numero di pre-prenotazioni per la Jeep Wrangler Rubicon ed è per questo che ha deciso di lanciarla nel mercato indiano ad un prezzo di ₹ 68.94 lakh (circa 84.664 euro).

La versione per l’India è un modello a cinque porte le cui consegne inizieranno il 15 marzo 2020. Inoltre, la casa automobilistica statunitense ha precisato che la Wrangler Rubicon giunge nel mercato indiano come unità completamente costruita (CBU).

Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India
Jeep Wrangler Rubicon interni

Jeep Wrangler Rubicon: il brand americano porta l’iconico fuoristrada anche in India

Durante la fase di presentazione, Partha Datta – presidente e amministratore delegato di FCA India – ha dichiarato: “I clienti indiani più esigenti generalmente sanno cosa vogliono acquistare dopo e ci sono molti che hanno aspettato di possedere il veicolo più riconosciuto nel mondo. La Wrangler Rubicon ha attirato l’attenzione di molti intenditori che conoscono bene la loro Jeep”.

Datta ha proseguito dicendo: “Abbiamo già un database di ordini ricco di clienti pronti ad acquistare il nostro iconico fuoristrada. Siamo pronti a completare la consegna di tutti i nostri Rubicon prima del previsto. Jeep Wrangler è stato un prodotto di punta per noi di grande successo in India e comanda quasi il 67% delle nostre vendite di CBU in India, dal suo lancio avvenuto nel 2016“.

Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India

Sotto il cofano della Jeep Wrangler Rubicon troviamo un motore turbo a quattro cilindri da 2 litri che sviluppa una potenza di 265 CV e 400 nm di coppia massima, abbinato a un cambio automatico a 8 velocità.

A bordo dell’iconico fuoristrada ci sono 75 funzioni di sicurezza sia attive che passive come airbag per il guidatore e il passeggero anteriore, airbag laterali aggiuntivi per il passeggero montati sul sedile, sistema di assistenza al parcheggio, telecamera di retromarcia, controllo elettronico della stabilità, freni antibloccaggio, sistema di assistenza alla partenza in salita e molto altro ancora.

Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India Jeep Wrangler Rubicon 5 porte India

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Dodge Power Dollars: il programma è ora disponibile anche per Charger e Challenger 2020

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Dodge Charger GT AWD 2020

L’anno scorso, Dodge ha lanciato la campagna Dodge Power Dollars che si è rivelata un enorme successo. Nella prima metà del 2019, la casa automobilistica americana è riuscita a portarsi a casa i migliori risultati di vendita in sei mesi grazie alla sua gamma di muscle car.

La Brotherhood of Muscle è cresciuta di 84.216 veicoli nella seconda parte dello scorso anno grazie a Challenger e Charger. Oltre a questo, il brand di FCA ha registrato il miglior anno di vendite per la berlina a quattro porte dal 2013, con un totale di 96.935 unità immatricolate, mentre la Challenger ha superato le 60.000 unità nel 2019.

Dodge Charger GT AWD 2020
Dodge Charger GT AWD 2020 interni

Dodge Power Dollars: la gamma MY 2020 di Charger e Challenger inclusa nel programma di rimborso

Alcune settimane fa, Dodge ha confermato di voler continuare con il suo programma Dodge Power Dollars anche per il 2020 e poche ore fa ha annunciato di averlo esteso anche alle Dodge Challenger e Charger 2020. Tutti i clienti negli Stati Uniti, che acquisteranno qualsiasi versione delle due vetture model year 2020, riceveranno un rimborso di 10 dollari per cavallo in contanti.

Nell’elenco sono incluse anche le versioni widebody della Charger e i modelli 50th Anniversary della Challenger. Ad esempio, acquistando una Dodge Challenger SRT Hellcat Redeye da 797 CV è possibile ottenere un rimborso di 7970 dollari mentre optando per una Dodge Charger Daytona 50th Anniversary con 717 CV di potenza si ha diritto a ricevere un rimborso di 7170 dollari.

Dodge Challenger 50th Anniversary Edition
Dodge Challenger 50th Anniversary Edition

Tim Kuniskis, Global Head of Alfa Romeo e Head of Passenger Cars Brand di FCA Nord America, ha affermato: “I nostri appassionati Dodge sono attratti dall’amore per i muscoli americani. Stiamo rendendo disponibile il programma Dodge Power Dollars su qualsiasi Charger o Challenger model year 2020 per rendere ancora più facile la partecipazione a ‘The Brotherhood of Muscle’ ai nostri compagni appassionati di potenza“.

Per celebrare i nuovi membri della Brotherhood of Muscle, Dodge ha lanciato una nuova campagna pubblicitaria si suoi social network chiamata #TheMuscleBehindUs in cui racconterà delle storie su ciò che apprezzano gli appassionati del marchio, perché amano Dodge, perché amano il loro veicolo performante e cosa significa far parte della famiglia Dodge/SRT.

Dodge Charger GT AWD 2020 Dodge Charger GT AWD 2020 Dodge Charger GT AWD 2020 Dodge Charger GT AWD 2020 Dodge Charger GT AWD 2020 Dodge Charger SRT Hellcat Widebody Scat Pack Widebody Dodge Charger SRT Hellcat Widebody Scat Pack Widebody Dodge Charger SRT Hellcat Widebody Scat Pack Widebody Dodge Charger SRT Hellcat Widebody Scat Pack Widebody Dodge Charger SRT Hellcat Widebody Scat Pack Widebody Dodge Charger SRT Hellcat Widebody Scat Pack Widebody Dodge Charger SRT Hellcat Widebody Scat Pack Widebody Dodge Charger SRT Hellcat Widebody Scat Pack Widebody Dodge Challenger 50th Anniversary Edition Dodge Challenger 50th Anniversary Edition Dodge Challenger 50th Anniversary Edition Dodge Challenger 50th Anniversary Edition Dodge Challenger 50th Anniversary Edition Dodge Challenger 50th Anniversary Edition Dodge Challenger 50th Anniversary Edition Dodge Challenger 50th Anniversary Edition Dodge Challenger 50th Anniversary Edition Dodge Challenger 50th Anniversary Edition Dodge Challenger 50th Anniversary Edition

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Fiat Chrysler: lo stabilimento di Belvidere chiude a marzo

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FCA stabilimento Belvidere

L’impianto di Fiat Chrysler Automobiles a Belvidere è stato temporaneamente chiuso a marzo. Lo stop della fabbrica inizierà il 16 marzo e durerà due settimane. Jodi Tinson, portavoce di Fiat Chrysler, afferma che l’arresto avverrà per l’installazione di nuove attrezzature che saranno necessarie per i modelli che verranno prodotti prossimamente nello stabilimento del gruppo italo americano. Questo sarà il quarto arresto temporaneo dallo scorso agosto, quando avvenne lo stop dell’impianto per una settimana. Il secondo arresto è avvenuto a gennaio, quando il sito è stato chiuso per due settimane.

Il terzo arresto è avvenuto a febbraio, quando la fabbrica è stata chiusa per una settimana. I tre arresti precedenti erano dovuti alla mancanza di ordini / per allineare la produzione alla domanda. FCA non ha detto quanti dipendenti sono stati colpiti dallo stop allo stabilimento di Belvidere. Secondo gli archivi di maggio 2019 nel Chicago Tribune, lo stabilimento impiegava 5.464 persone nel 2019. A gennaio 2019, Tinson afferma che l’impianto impiegava 3.900 lavoratori.

A seguito della chiusura di gennaio, FCA ha offerto a 3.900 dipendenti di produzione oraria due pacchetti separati di separazione volontaria. Tinson ha dichiarato che un pacchetto è un programma di incentivazione alla pensione (IPR) che include un pagamento forfettario di $ 60.000. Ha detto che l’altro pacchetto è una cessazione volontaria del rapporto di lavoro (VTEP). Ciò include anche un pagamento forfettario, ma varia a seconda dell’anzianità. Chiunque accetti questo pacchetto interrompe tutti i legami con l’azienda e non sarà idoneo per il richiamo o il reimpiego. I dipendenti hanno tempo fino all’11 marzo per accettare un pacchetto di separazione volontaria.

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Jeep Gladiator: annunciati prezzi e specifiche per l’Australia

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Jeep Gladiator Mojave 2020

Fiat Chrysler Automobiles (FCA) ha annunciato i prezzi e le specifiche del nuovo Jeep Gladiator dedicato al mercato australiano in vista del debutto ufficiale previsto per maggio.

Pubblicizzato come il primo ed unico truck convertibile al mondo, il pick-up mira a portare sul mercato alcune caratteristiche interessanti. In Australia, la casa automobilistica statunitense porterà due versioni del veicolo: Overland da 75.450 dollari australiani (circa 44.884 euro) e Rubicon da 76.450 dollari australiani (circa 45.479 euro).

Jeep Gladiator High Altitude

Jeep Gladiator: in Australia verranno proposte solo le versioni Overland e Rubicon

Nonostante le caratteristiche stilistiche molto simili alla Wrangler, il Jeep Gladiator 2020 è dotato di un telaio lungo 460 mm tra le ruote e 787 mm più lungo in generale. Tramite il portellone posteriore in alluminio è possibile accedere al cassone in acciaio dove riporre tutto ciò che si desidera.

Anche se i motori diesel sono la forza trainante per la maggior parte dei veicoli a doppia cabina venduti in Australia, Jeep ha deciso di percorrere una strada diversa proponendo soltanto il propulsore Pentastar V6 da 3.6 litri per entrambi gli allestimenti.

Jeep Wrangler e Gladiator High Altitude

Tale powertrain è in grado di sviluppare una potenza di 285 CV e 347 nm di coppia massima ed è abbinato a un cambio automatico ZF standard a 8 velocità. La versione Overland dispone del sistema Selec-Trac Active On-Demand 4×4 e di assali Dana 44 con rapporto 3.73. La variante Rubicon, invece, dispone del sistema Rock-Trac Active On-Demand 4×4 il quale aggiunge un rapporto dell’asse posteriore di 4.10 e il bloccaggio dei differenziali Tru-Lok.

Altre caratteristiche proposte dal Jeep Gladiator Rubicon includono una migliore articolazione delle sospensioni, la modalità di guida Off-Road+ per regolare la sensibilità dell’acceleratore e molto altro ancora. Come equipaggiamento, il pick-up propone fari, fendinebbia e luci posteriori a LED, un parabrezza anteriore pieghevole, porte in alluminio rimovibili e accesso e avviamento a distanza senza chiave.

Jeep Gladiator Mojave 2020

Al lancio saranno disponibili 100 esemplari in versione Launch Edition

I modelli Overland vantano un hardtop rimovibile in tre parti dello stesso colore della carrozzeria mentre sul Gladiator Rubicon è disponibile in nero. Il Jeep Gladiator Overland è dotato di sedili in pelle McKinley, sedili anteriori e volante riscaldabili e cerchi in lega da 18″.

Il sistema di infotainment Uconnect è composto da un display touch da 8.4 pollici che incorpora le funzionalità Apple CarPlay e Android Auto, oltre a un sistema audio Alpine con nove altoparlanti. Presenti anche due porte USB Type-A e tre porte USB Type-C che permettono la massima connettività.

Il Jeep Gladiator Rubicon offre di serie una fotocamera off-road posizionata davanti. Oltre ai modelli principali, Jeep proporrà anche 100 esemplari della Launch Edition dal costo di 86.450 dollari australiani (circa 51.428 euro) basati sulla versione Rubicon e dotati di equipaggiamenti altrimenti venduti come optional.

Jeep Gladiator High Altitude Jeep Gladiator High Altitude Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Gladiator Mojave 2020 Jeep Wrangler e Gladiator High Altitude Jeep Wrangler e Gladiator High Altitude

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PSA è pronta a modificare la partnership con Huawei per favorire la fusione con FCA

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L’amministratore delegato del gruppo francese PSA, Carlos Tavares, ha dichiarato martedì che la casa automobilistica francese adeguerà la sua partnership con la Huawei cinese se le autorità statunitensi lo rendessero un prerequisito per approvare una fusione con Fiat Chrysler. Peugeot ha bisogno del consenso delle autorità statunitensi per completare una fusione di 50 miliardi di dollari con Fiat Chrysler in un momento in cui Washington sta sollecitando i suoi alleati europei ad escludere Huawei dall’infrastruttura di telecomunicazioni del continente.

“Abbiamo una partnership con Huawei, che è collegata a un’altra partnership con la società di telecomunicazioni francese Orange, non abbiamo relazioni dirette con loro. Ma ovviamente su questo argomento ascolteremo le autorità americane e ovviamente seguiremo tutto le loro istruzioni “, ha dichiarato Tavares in una teleconferenza martedì.

“Se ci fossero domande o indicazioni da parte delle autorità americane, saremmo ansiosi di seguirle”, ha detto Tavares. Finora, la Francia ha escluso la discriminazione di Huawei come fornitore per le reti 5G del paese. PSA nel 2017 ha collaborato con Huawei per sviluppare un sistema di veicoli connessi basato su cloud che è stato distribuito su sei milioni di auto in Europa e Cina.

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Alfa Romeo Giulia GTA del 1965, storia di un’antenata

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Alfa Romeo Giulia GTA - 1

Esattamente due giorni fa sono state svelate le nuove Alfa Romeo Giulia GTA e GTAm. Le nuove Alfa riportano in auge l’iconica sigla GTA, un trio di lettere che racchiude l’importante significato di Gran Turismo Alleggerita. L’acronimo porta con sé una storia lunga 55 anni visto che comparve per la prima volta a bordo della mitica Alfa Romeo Giulia GTA del 1965. Ben presto GTA è divenuto sinonimo di vettura dedita alle prestazioni.

Il contesto che portò alla realizzazione della Giulia GTA

Il contesto in cui matura l’idea di realizzare una variante GTA della Giulia è quello del Challenge Europeo Turismo che si svolge sulle piste del Vecchio Continente durante le stagioni 1963 e 1964. In entrambe le stagioni la Giulia Ti Super si era dimostrata superiore sia proprio all’interno delle competizioni del Challenge Europeo Turismo, sia durante le competizioni di vetture turismo strettamente derivate dalla serie. Per contrastare costruttori come Ford o BMW, in Alfa Romeo decisero di affidare le scelte future alla neonata Autodelta amministrata da Carlo Chiti.

Alfa Romeo Giulia GTA - 2

Ne derivò una soluzione molto interessante proposta dallo stesso Ingegner Chiti che avanzò l’idea di dare vita ad una variante della Giulia Sprint GT. La base estetica rimaneva pressoché identica, cambiava la meccanica e la carrozzeria che veniva realizzata in Peraluman 25 per alleggerire la vettura. L’idea divenne ben presto realtà quando venne approvata da Alfa Romeo. I lavori cominciarono in Autodelta già alla fine del 1964.

Il debutto nel 1965

Il 18 febbraio del 1965 viene presentata la prima Alfa Romeo Giulia GTA al Salone di Amsterdam. L’imperativo viene fornito dallo slogan che accompagnava il debutto “Una vittoria al giorno con la macchina di tutti i giorni”, una frase utile a chiarire i palesi intenti di una vettura eccezionale. La GTA deriva perciò dalla Giulia Sprint GT prodotta già dal 1963 e disegnata da Nuccio Bertone, già su questa variante la rivista Car & Driver aveva risposto giudizi particolarmente positivi ammettendo che “Guidare questa macchina rappresenta un divertimento puro”. La GTA amplifica le potenzialità di un modello ritenuto già particolarmente interessante, divenendo la vera protagonista delle competizioni per vetture turismo.

Alfa Romeo Giulia GTA - 3

Grazie all’adozione dell’alluminio e della lega Peraluman 25 adottata per la carrozzeria (si tratta di una lega realizzata con magnesio, alluminio, rame, zinco e manganese), e delle superfici vetrate in plexiglass oltre a componenti meccaniche in magnesio, l’Alfa Romeo Giulia GTA pesa più di 200 chilogrammi in meno rispetto alla versione GT. Si pensi che la Giulia GTA pesava 745 chilogrammi, contro i 950 chilogrammi della Giulia Sprint GT.

Estetica invariata

Dal punto di vista estetico l’Alfa Romeo Giulia GTA non possedeva sensibili variazioni rispetto alla Giulia Sprint GT. Fuori le uniche differenze erano rappresentate dalle maniglie delle portiere che ora erano realizzate mediante l’adozione di un pulsante con annessa maniglia, dai cerchi ruota in magnesio di Campagnolo e dai triangoli col celebre quadrifoglio posti sui parafanghi anteriori.

Le vere differenze erano altre. Il motore, rimasto lo stesso bialbero a doppia accensione da 1570 cc, era dotato ora di carburatori maggiorati Weber DCOE 45 che sviluppava 115 cavalli. Il dato subiva un ulteriore incremento sulle versioni da gara, fino a raggiungere potenze nell’ordine dei 160-170 cavalli che prevedevano un peso abbassato di altri 45 chilogrammi dovuto all’eliminazioni di alcuni elementi come paraurti e sedili ma anche grazie all’ottimo lavoro dell’Autodelta. La tenuta di strada era ulteriormente migliorata grazie all’abbassamento del centro di rollio, merito di una sospensione posteriore rinnovata denominata “slittone”.

Alfa Romeo Giulia GTA - 4

Le Giulia GTA da competizione sono quelle preparate dai vari Facetti, Angelici, Bosato o Conrero oltre che dall’Autodelta. Queste dispongono di valvole di dimensioni ridotte, differenziale autobloccante e roll-bar di sicurezza. All’epoca per acquistare una GTA di serie servivano quasi 3 milioni di lire che diventavano più di 5 milioni per la versione da gara.

Il debutto al Bondone

Il debutto sui campi di gara avviene già nel 1965 durante la cronoscalata Trento-Bondone di quell’anno, qui conquista la vittoria nella sua categoria. Il percorso è segnato e i soldi da spendere per possederne una di certo ben spesi. Ma non c’è ancora l’omologazione visto che alla 1000 km di Monza dello stesso anno vengono iscritte due Giulia GTA nella categoria prototipi. Due gli equipaggi: Giacomo “Geki” Russo con Alessandro Arcioni e Carlo Zuccoli con Teodoro Zeccoli. I primi terminarono la gara al diciottesimo posto e primi nella categoria Prototipi 1600 mentre dovettero ritirarsi Zuccoli e Zeccoli a causa di un problema alla guarnizione della testata. L’omologazione arrivò a maggio del 1965 ma risultava operativa dall’agosto successivo.

Nel 1966 arriva la vittoria a Monza, poi alla 4 ore di Sebring, segue la 6 ore del Nurburgring ma non mancano i successi al Mugello, in Germania, Gran Bretagna, Francia e Olanda. Così quello stesso anno conquista il primo Challenge Europeo Marche tra le turismo grazie anche al talento di Andrea De Adamich. Lo stesso De Adamich vince il medesimo Trofeo anche nel 1967, sia il titolo Piloti che quello Marche. Nel 1969 è la volta di Spartaco Dini che diventa Campione Europeo Turismo di Seconda Divisione. In quegli anni la Giulia GTA miete successi a rotazione senza trovare una rivale in grado di impensierirla. Le vittorie sono centinaia, i titoli nazionali una decina, tre i Challenge Europei conquistati e un Campionato Europeo Della Montagna assieme a Ignazio Giunti.

Ulteriori miglioramenti

I successi non bastano all’entourage dell’Autodelta. L’Alfa Romeo Giulia GTA viene ulteriormente migliorata. Tra il 1967 e il 1968 vengono introdotti una decina di esemplari sui quali viene installato un interessante sistema di sovralimentazione. Nasce così la GTA SA dove la sigla SA indica proprio SovrAlimentata. Presentata al Museo Biscaretti di Torino nel 1967, adottava due compressori centrifughi disposti in parallelo e alimentati da due turbine idrauliche in grado di ruotare a 90.000 giri al minuto. Queste venivano azionate dalla pressione dell’olio destinato a una pompa a portata variabile collegata al propulsore mediante una catena. La potenza dichiarata era di 220 cavalli, divenuti 230 durante il massimo sviluppo. La velocità massima è di 230 km/h. vince a Hockenheim, a Montlhéry e in diverse cronoscalate francesi e belghe.

Alfa Romeo Giulia GTA SA
L’Alfa Romeo Giulia GTA SA

Nel 1968 l’Alfa Romeo vuole invece il Gruppo 2. Viene introdotta quindi anche la Giulia GTA Junior. La variante Junior prevede l’adozione del bialbero da 1290 cc e 96 cavalli di potenza che sulle versioni da gara giunge fino a 165 cavalli. Il merito è dell’iniezione indiretta e della nuova testa stretta di derivazione GTAm. Quando nel 1973 viene introdotta la testata a 16 valvole con singola accensione la potenza raggiunge i 180 cavalli. Per quattro anni consecutivi la GTA 1300 Junior domina il Campionato Europeo nella sua categoria; nel 1972 vince tutte le prove del campionato con al volante i vari Picchi, Facetti, Hezemans, Van Lennep, Colzani, Dini e Larini. Quello stesso anno vinse anche la 4 ore di Jarama contro le potentissime Ford Capri. Viene costruita in 447 esemplari.

Nel 1970 la GTAm

La genesi della Giulia GTAm comincia già nel 1967 quando l’Autodelta comincia lo sviluppo di una variante da corsa della 1750 GT Veloce. Quando nel 1970 il Campionato Europeo Turismo viene riservato a vetture con propulsore fino a 2.000 cc e prodotte in almeno 1.000 esemplari è il momento giusto per fare sul serio. L’Autodelta basa lo sviluppo proprio sulla 1750 GT Veloce che disponeva di serie, sulla variante esportata in America, dell’iniezione Spica. L’allegato J del regolamento prevedeva infatti la possibilità di utilizzarla soltanto se disponibile sulla vettura di serie.

Le vetture hanno cilindrata pari a 1779 cc con potenza sviluppata nell’ordine dei 210 cavalli. Tuttavia viene utilizzato un nuovo sistema di iniezione indiretta, diverso da quello di serie, una testata più stretta con doppia accensione e valvole maggiormente inclinate. La carrozzeria viene allargata per ospitare i cerchi da 9 e 10 pollici e portiere e cofani vengono realizzati in vetroresina per contenere il peso alla bilancia. Rimane il sistema sospensivo a “slittone” ma cambia la denominazione. Le 1750 si chiamano da ora GTAm. Se per molti il suffisso Am, così come depositato alla FIA dall’Alfa all’epoca, significherebbe “America” per altri la lettera “m” indicherebbe la parola maggiorata o modificata.

Alfa Romeo Giulia GTAm
L’Alfa Romeo Giulia GTAm

Bando alle ciance, la GTAm vince tanto e vince subito. Nel 1970 vince già il Campionato Europeo Turismo con Hezemans. Nel 1971 viene aumentata la cilindrata a 2.000 cc; aumenta il peso a 940 chilogrammi, così come imposto dalla FIA, ma aumenta anche la potenza fino a 230 cavalli. Il Campionato Europeo anche nel 1971 è appannaggio dell’Alfa Romeo. Pare che oltre i 19 esemplari ufficiali realizzati dall’Autodelta esistano in tutto circa 40 esemplari dell’Alfa Romeo Giulia GTAm. Lo sviluppo si concluse nel 1972 per spostare tutte le forze sulla nuova Alfa Romeo 33.

La nuova Giulia GTA

L’epopea della Giulia GTA e GTAm si era conclusa quindi nel 1972, ma la vettura è rimasta nel mito. Tanto che due giorni fa è stata presentata la nuova Alfa Romeo Giulia nelle varianti GTA e GTAm. Instaurare un parallelo è praticamente impossibile. Sono trascorsi troppi anni e la tecnologia ha fatto passi da gigante, ma sono anche cambiate tante altre cose. Sia l’Alfa Romeo Giulia GTA del 2020 che quella del 1965 sono sviluppate dal reparto sportivo di Alfa Romeo, la gloriosa Autodelta. Anche la Giulia GTA dei nostri giorni ha beneficiato di una significativa riduzione di peso, parliamo di circa 100 chilogrammi, ottenuta ora con l’adozione della fibra di carbonio.

È rimasta la trazione sull’asse posteriore mentre la carrozzeria è quella di una berlina a quattro porte ora (465 centimetri in lunghezza e 187 in larghezza), al contrario della coupé due porte del 1965 (408 centimetri di lunghezza e 158 in larghezza). La motorizzazione è affidata oggi ad un V6 da 2.9 litri da 540 cavalli mentre 55 anni fa sotto al cofano trovava posto un 4 cilindri da 1.6 litri da 115 cavalli. Cambiano anche i cerchi che ora sono da 19 pollici contro quelli in lega leggera da 15 pollici della Giulia Sprint GTA. Ciò che salta subito all’occhio è la mancanza di appendici aerodinamiche sulla GTA del 1965. Impressionante la differenza alla bilancia. La GTA di oggi pesa 1520 chilogrammi mentre la Sprint GTA del 1965 pesava appena 745 chilogrammi. Cambia ovviamente anche la trasmissione, ora automatica a 8 rapporti mentre una volta a 5 rapporti manuale. La velocità massima è di circa 185 km/h sulla Giulia GTA del 1965 e di oltre 300 km/h sulla Giulia di oggi. La GTAm di oggi presenta invece soluzioni aerodinamiche più esasperate della GTA e due soli posti, proprio come la GTAm del 1971 che però disponeva di un upgrade in termini di cavalli molto interessante: ne scalpitavano 240 sotto al cofano.

L'articolo Alfa Romeo Giulia GTA del 1965, storia di un’antenata proviene da ClubAlfa.it.

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